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martedì 27 gennaio 2009

Fibonacci e la sezione aurea in natura



Cosa hanno in comune una galassia, l'accrescimento biologico di alcune specie animali, la spaziatura tra le foglie lungo uno stelo e la disposizione dei petali e dei semi di girasole? Tutti questi presentano schemi riconducibili a quello della sezione aurea e dei numeri di Fibonacci.

Ecco qui rappresentata una serie di esempi in cui l’espressione matematica della sezione aurea si manifesta nella bellezza e della eleganza della natura.

Fibonacci e la galassiaFibonacci e la conchigliaFibonacci e l'arieteFibonacci e la pignaFibonacci e il girasoleFibonacci e la rosaFibonacci e l'ananas

L'elemento comune di tutte figure è rappresentato dalla spirale logaritmica detta anche "spirale aurea", attraverso la quale lo sviluppo armonico della forma è legato alla necessità degli esseri viventi di accrescere "secondo natura" in maniera ottimale e meno dispendiosa possibile.

Esaminando in maniera più approfondita la forma di fiori come la margherita, il girasole o una comune pigna notiamo che esiste una stretta relazione con i numeri di Fibonacci.

Sulla testa di un tipico girasole, per esempio, il numero delle spirali rientra molto spesso in questo schema: 89 spirali che si irradiano ripide in senso orario; 55 che si muovono in senso antiorario e 34 che si muovono in senso orario ma meno ripido. Il più grande girasole che si sia mai conosciuto aveva 144, 89 e 55 spirali.

Questi sono tutti numeri che appartengono alla sequenza di Fibonacci!

Così in molte specie vegetali, prime fra tutte le Astaracee (girasoli, margherite, ecc.), il numero dei petali di ogni fiore è di solito un numero di Fibonacci, come 5, 13, 55 o perfino 377, come nel caso della diaccola. Le brattee delle pigne si dispongono in due serie di spirali dal ramo verso l'esterno - una in senso orario e l'altra in senso antiorario. Uno studio di oltre 4000 pigne di dieci specie di pino rivelò che oltre il 98 per cento di esse conteneva un numero di Fibonacci nelle spirali che si diramavano in ogni direzione.

Inoltre, i due numeri erano adiacenti, o adiacenti saltandone uno, nella sequenza di Fibonacci - per esempio 8 spirali in un senso e 13 nell'altro, o 8 spirali in un senso e 21 nell'altro. Le scaglie degli ananas presentano un'aderenza ancora più costante ai fenomeni di Fibonacci: non una sola eccezione fu trovata in un test compiuto su 2000 ananas.

I numeri di Fibonacci si trovano anche nella fillotassi, l'ordinamento delle foglie su un gambo. Fu Keplero a rilevare che su molti tipi di alberi le foglie sono allineate secondo uno schema che comprende due numeri di Fibonacci. Partendo da una foglia qualunque, dopo uno, due, tre o cinque giri dalla spirale si trova sempre una foglia allineata con la prima e a seconda delle specie, questa sarà la seconda, la terza, la quinta, l'ottava o la tredicesima foglia.

Fibonacci e la fillotassi

Anche Leonardo da Vinci, nei suoi studi sulle piante, rilevò nei sui studi come dalla struttura a strati concentrici dei tronchi si possa arrivare all’età della pianta (il geotropismo e l’eliotropismo) e descrisse questa particolare dispersione delle foglie rispetto alla loro inserzione sui fusi e alle loro ramificazioni.
Forse si troverà ancora qualche principio che colleghi tutti gli esempi naturali di fenomeni aurei e indichi altre manifestazioni non ancora scoperte. Forse gli esseri umani hanno percepito inconsciamente tale principio in questi fenomeni naturali e se ne sono serviti come metro di giudizio per valutare le opere d'arte.

D'altra parte, non è escluso che si tratti soltanto di coincidenze. E' stato fatto notare che esiste soltanto un numero ordinato di disegni ordinati possibili per gli artisti. Una certa ripetizione di questi disegni è quindi inevitabile.

Inoltre, molte grandi opere d'arte non hanno nessun rapporto apparente con la proporzione divina. E molti esempi si avvicinano soltanto in maniera approssimativa all'ideale. Infine, il gusto per la proporzione divina può essere apparso naturale solo dopo un lungo uso da parte dei greci e dei loro imitatori.

Anche in natura troviamo che alcuni dei fenomeni citati non sono che manifestazioni occasionali o approssimative della spirale aurea o della sequenza di Fibonacci. In ogni caso questi esempi comportano soltanto un numero limitato di fenomeni. Sono state avanzate teorie specifiche in vari campi per spiegare alcuni casi particolari, come la fillotassi (la disposizione delle foglie). Ebbene, queste teorie non hanno alcuna applicazione universale.

Anche se non si trova mai una spiegazione universale, lo studio dei fenomeni aurei e delle successione numerica di Fibonacci può essere visto come un nobile esercizio nella ricerca di unità e di rapporti matematici. In fin dei conti, la ricerca era una caratteristica fondamentale della filosofia greca e anima tuttora la scienza moderna.


giovedì 22 gennaio 2009

Leonardo da Vinci


Leonardo da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un artista e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento italiano, incarnò in pieno lo spirito universalista della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, letterato,musicista e inventore, ed è considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.

Autoritratto

1452
Il 15 aprile Leonardo nasce ad Anchiano, vicino a Vinci (in provincia di Firenze). Figlio naturale del notaio ser Piero e di una giovane contadina. Leonardo passa l’infanzia e la prima adolescenza tra Anchiano e Vinci. Vive nella casa del padre, che nel frattempo si è sposato con Albiera degli Amadori.

Casa natale di Leonardo ad Anchiano (frazione di Vinci)

1466
Dopo la morte di Albiera, si trasferisce a Firenze col padre.
1469
Entra nella bottega di Andrea del Verrocchio, frequentata da illustri artisti e giovani talenti, dove impara a disegnare, a dipingere e a scolpire.

1471
Partecipa al completamento di un angelo nel dipinto rappresentante il Battesimo di Cristo realizzato nella bottega del Verrocchio.

Paesaggio con fiume (1473)


1472
Risulta iscritto alla compagnia dei pittori di Firenze o Compagnia di San Luca. È a partire da questa data che si collocano le sue prime opere autonome.
1476
Viene accusato, processato e assolto dall’accusa di sodomia.
1481
Riceve un altro incarico: i frati della chiesa di San Donato a Scopeto, nei pressi di Firenze, gli chiedono di dipingere una pala d’altare per il loro convento. Leonardo comincia a lavorare all’Adorazione dei Magi, che non porterà mai a termine.

Adorazione dei Magi (1481-82)

1482
Lascia Firenze per mettersi al servizio di Ludovico Sforza, detto il Moro, signore di Milano, al quale indirizza una celebre lettera dove elenca i suoi “secreti” tecnologici. In essa offre al Moro i suoi servigi come ingegnere, architetto, scultore, pittore e anche musico. A Milano Leonardo trascorre poi circa vent’anni durante i quali dipinge, disegna, progetta edifici e opere d’ingegneria.
1483
Stipula il contratto per la realizzazione della Vergine delle rocce coi frati dell’Immacolata Concezione.


Vergine delle rocce (1483-86)

1489
Comincia a lavorare al “Cavallo”, il monumento equestre voluto da Ludovico per celebrare Francesco Sforza, suo padre. La statua che doveva essere alta più di 7 metri per un peso di circa 650 quintali non fu mai portata a termine. Leonardo realizzò le forme di fusione e il colossale modello di terra, che sarà poi distrutto dai balestrieri francesi durante l’occupazione di Milano nel 1499.

Studi per il cavallo (1482-93)

1490
Esegue il ritratto di Cecilia Gallerani, conosciuto con il nome di Dama con l’ermellino. Inizia ad applicarsi a vari campi della tecnologia e della scienza come l’idraulica e l’anatomia. È regista di numerose feste di corte.


Dama con l'ermellino (1488-90)

1495
Inizia a dipingere il Cenacolo, nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie.


Ultima Cena (1494-98)

1499
Lascia Milano in compagnia di Luca Pacioli qualche mese dopo l’occupazione della città da parte delle truppe francesi.

Rombicubottaedro per il libro di Pacioli (1497)

1500
Dopo essersi fermato a Mantova e Venezia (dove progetta un piano di difesa contro l’invasione turca), rientra a Firenze e alloggia presso il convento dei Serviti alla Santissima Annunziata.
1502
Per alcuni mesi è al seguito di Cesare Borgia che, impegnato in alcune operazioni militari in Romagna, richiede la sua consulenza come ingegnere militare.


Pianta di Imola (1502 circa)

1503
A Firenze inizia a lavorare alla Gioconda. La Signoria lo incarica di realizzare l’affresco della Battaglia di Anghiari, ma il dipinto, eseguito con tecniche di pittura sperimentali, non si conserva a lungo. In questo stesso anno riprende gli studi sul volo e sull'anatomia.

La Gioconda o Monna Lisa (1503-14)

1504
Muore il padre Piero, all’età di ottant’anni. Continua a lavorare alla Battaglia di Anghiari e realizza il progetto di canalizzazione dell’Arno.

Studio per la Battaglia di Anghiari (1504 circa)


1506
Torna per un soggiorno di tre mesi a Milano su insistenza del governatore francese Carlo d’Amboise. Viene nominato ingegnere e pittore del re Luigi XII.
1508
Si trasferisce nuovamente a Milano al servizio dei francesi.


Scapigliata (1508)

1513
Il 24 settembre si trasferisce a Roma e alloggia in Vaticano, al servizio di Giuliano dei Medici, fratello di Leone X. Continua a dipingere e studiare. Esegue il progetto del porto di Civitavecchia.


San Giovanni Battista (1508-13)

1516
Si trasferisce in Francia su invito del nuovo re di Francia Francesco I e alloggia nel maniero di Cloux, presso il castello reale di Amboise.
1519
Il 23 aprile redige il testamento designando il suo discepolo Francesco Melzi come erede di tutti i suoi manoscritti e strumenti; mentre lascia i dipinti (fra cui la Gioconda, il S. Gerolamo e la S. Anna) che si trovavano ancora nel suo studio, all’altro discepolo, Salai. Morirà il 2 maggio e verrà sepolto nella città di Amboise, nel chiostro della chiesa di San Fiorentino. Dei suoi resti (che sarebbero stati poi spostati nella cappella di Saint Hubert all’interno del castello) non vi è in realtà più traccia a causa delle profanazioni delle tombe avvenute nelle guerre di religione del XVI secolo.


Tomba di Leonardo, Castello di Amboise



I codici
Di tutta la produzione di Leonardo oggi sono disponibili oltre 5 mila pagine. Questa enorme massa di manoscritti è suddivisa in modo molto diverso da com’era organizzata in origine ed è dispersa in una varietà di codici diversi (peraltro assemblati in epoca successiva a Leonardo; anche il nome “codice” è successivo):
A, B, C, D, E, F, G, H, I, K, L, M
Sono conservati a Parigi, presso l’Istituto di Francia, e costituiti da dodici manoscritti cartacei, alcuni rilegati in pergamena, pelle o in cartone. Hanno diverse misure, il più piccolo è il Codice M (10 x 7 cm), il più grande è il Codice C (31,5 x 22 cm). Per convenzione sono denominati ciascuno con una lettera dell’alfabeto, dalla A alla M, per un totale di 964 fogli. Gli argomenti trattati spaziano tra arte militare, ottica, geometria, volo degli uccelli e idraulica. Datazione probabile: 1492-1516.
Arundel
Si trova a Londra presso la British Library. È una raccolta di 283 fogli (sfascicolati nel 1991) di diverso formato. Si tratta di carte provenienti da manoscritti smembrati e incollati su fogli di supporto (28 x 18 cm). I soggetti sono vari: studi di fisica e meccanica, ottica e geometria euclidea, pesi e architettura (questi ultimi comprendono i lavori per la residenza reale di Francesco I a Ramorantin, in Francia). Fu acquistato dal britannico Lord Arundel in Spagna intorno al 1630. Datazione probabile: 1478-1518.
Ashburnham
Convenzionalmente identificati con due numeri: 2037 e 2038, sono conservati a Parigi, presso l’Istituto di Francia. Si tratta di due manoscritti cartacei (di 24 x 19 cm), rilegati in cartone. In origine facevano parte del Codice A, da cui sono stati strappati a metà dell’Ottocento da Guglielmo Libri. Raccolgono principalmente studi pittorici (2038) e diversi (2037). Datazione probabile: 1489-1492.
Atlantico
Conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana, il Codice Atlantico raccoglie disegni e annotazioni. Vi sono trattati argomenti decisamente vari: studi di matematica, geometria, astronomia, botanica, zoologia, arti militari e molto altro ancora. Oggi si presenta riordinato in dodici volumi rilegati in pelle, formati da 1119 fogli di supporto formato 65 x 44 cm, che raccolgono manoscritti di diverse dimensioni. Datazione probabile: 1478-1518.
Forster I, II e III
Conservati a Londra, presso il Victoria and Albert Museum, si tratta di tre manoscritti cartacei, rilegati in pergamena, e denominati Forster I (14,5 x 10 cm), Forster II (19,5 x 7 cm) e Forster III (9 x 6 cm). Raccolgono studi di geometria, pesi e macchine idrauliche. Datazione probabile: 1493-1505.
Leicester (ex Codice Hammer)
Acquistato nel 1994 da Bill Gates, è un manoscritto cartaceo, rilegato in pelle e composto di 36 fogli di 29 x 22 cm, dedicati in prevalenza a studi d’idraulica e moti dell’acqua. Sono presenti anche studi di astronomia. Datazione probabile: 1504-1506.

Pagina del Codice Leicester (1504-06)


Trivulziano

Uomo di Vitruvio (1490 circa)

È conservato presso la Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco di Milano ed è costituito da un fascicolo composto da 55 carte (20,5 x 14 cm) rispetto alle 62 originarie. Oltre a studi di architettura militare e religiosa, sono presenti numerose pagine sugli studi di Leonardo finalizzati a migliorare la sua formazione letteraria. Datazione probabile: 1487-1490.
Volo degli uccelli
Si trova presso la Biblioteca Reale di Torino ed è composto di 17 pagine (21 x 15 cm) rispetto alle 18 originali. Tratta principalmente del volo degli uccelli che Leonardo studia in maniera analitica cercando di ricostruirne la struttura meccanica in relazione agli studi sull’ala, la resistenza dell’aria, i venti e le correnti. Datazione probabile: 1505.
Windsor
Sono 234 fogli conservati presso il castello Reale di Windsor (Royal Collection), in Gran Bretagna, e comprendono circa 600 disegni, non rilegati e di differente formato. Contengono studi di anatomia e di geografia, studi di cavalli, disegni, caricature nonché una serie di carte geografiche. Datazione probabile: 1478-1518.

lunedì 19 gennaio 2009

Preghiera di San Bernardo alla Madonna


"Divina Commedia" di Dante Alighieri

Preghiera di San Bernardo alla Madonna (madre di Gesù)


Gustave Doré - Santa Maria Vergine al centro della Candida Rosa














«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,


tu se' colei che l'umana natura

nobilitasti sì, che 'l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.


Nel ventre tuo si raccese l'amore,

per lo cui caldo ne l'etterna pace

così è germinato questo fiore.


Qui se' a noi meridïana face

di caritate, e giuso, intra ' mortali,

se' di speranza fontana vivace.


Donna, se' tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz' ali.


La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fïate

liberamente al dimandar precorre.


In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s'aduna

quantunque in creatura è di bontate.


Or questi, che da l'infima lacuna

de l'universo infin qui ha vedute

le vite spiritali ad una ad una,


supplica a te, per grazia, di virtute

tanto, che possa con li occhi levarsi

più alto verso l'ultima salute.


E io, che mai per mio veder non arsi

più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi

ti porgo, e priego che non sieno scarsi,


perché tu ogne nube li disleghi

di sua mortalità co' prieghi tuoi,

sì che 'l sommo piacer li si dispieghi.


Ancor ti priego, regina, che puoi

ciò che tu vuoli, che conservi sani,

dopo tanto veder, li affetti suoi.


Vinca tua guardia i movimenti umani:

vedi Beatrice con quanti beati

per li miei prieghi ti chiudon le mani!».









☥ Cerco un attimo che valga una vita ∞