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venerdì 13 maggio 2016

Lavoro - Nativi americani



"Voi cominciate a lavorare sodo fin da piccoli, e lavorate sino a che siete grandi, e poi cominciate di nuovo a lavorare. E lavorate per tutta la vita. Poi, quando avete finito, morite lasciandovi tutto alle spalle. Questa noi la chiamiamo schiavitù. 
Voi siete schiavi dal momento in cui cominciate a parlare sino a quando morite; 
noi invece siamo liberi come l'aria.
Abbiamo bisogno di ben poche cose, e non è difficile procurarsele. 
Il fiume, il bosco, la pianura ci danno tutto quello di cui abbiamo bisogno, e noi non saremo mai schiavi, né manderemo i nostri bambini nelle vostre scuole, dove possono solo imparare a diventare come voi."

Capo Guerriero-Cadette-Apache Mescalero


Al contrario nostro, gli Indiani, manifestarono fin da subito ripudio e disprezzo verso il dogma occidentale del "lavoro tutta la vita", se non lavoro non mangio, se non lavoro non ho diritto alla vita, se non lavoro sono un parassita della società. 

E' giusto che tutti sappiano che gli indiani lavoravano lo stretto necessario per vivere, e probabilmente si parla di poche ore al giorno, il resto del tempo era dedicata alla saggezza, ai canti, ai balli, agli incontri d'amore, alle cavalcate solitarie nella prateria, all'esplorazione della natura, insomma a quello che noi chiamiamo "tempo libero" e di cui possiamo godere solo un giorno la settimana.

I nativi americani odiano il lavoro e non perché siano degli scansafatiche (termine utilizzato dalla massa moderna per etichettare un non-adattato al sadico culto della fatica), ma perché amanti della libertà, un genere di libertà che noi europei abbiamo conosciuto illusoriamente solo negli anni 60 con gli Hippie, dove si poteva girare il mondo ancora senza tanti passaporti, carte d'identità e ogni sorta di diavoleria spacciata dai mercanti del potere per "sicurezza".

Ecco, gli indiani erano ancora più liberi, potevano andare dovunque senza chiedere il permesso, potevano vivere senza chiedere il permesso, le tasse allora non esistevano, tanto meno lo Stato, le banche, la polizia, le frontiere, gli eserciti, la Chiesa ecc ecc.

Ne consegue che in un mondo davvero libero come era il loro, prima del nostro arrivo "civilizzante", la sola idea di passare 8-9 ore al giorno a lavorare, svolgendo mansioni monotone e noiose, fosse l'ultima cosa che gli passasse per la testa di fare.

Dovremmo avere tutti delle ore da poter dedicare a noi stessi, alle nostre passioni, alla famiglia e al relax, basterebbe poco a migliorare la qualità della vita di ognuno, in fondo la riduzione dell’orario di lavoro permetterebbe l’assunzione di un’altra persona con un minimo sforzo da parte sia del lavoratore che del datore di lavoro, e questo garantirebbe non solo una migliore politica del lavoro ma anche un grande guadagno in fatto di salute e piacere di vivere.
Tutti hanno il diritto e il dovere di lavorare, sopratutto per vivere dignitosamente, ma non al prezzo che stiamo pagando oggi, attualmente non è neppure pensabile vivere come gli Indiani d’America, lavorando solo un paio d’ore al giorno, ma una via di mezzo che lasci il tempo di rallentare, di assaporare la vita quando si ha l’età per farlo sarebbe un’ottima soluzione.
E’ inutile lavorare così tanto per andare incontro alla fine terrena della nostra vita e perdere gran parte del fiore della vita. 
Non è giusto aver vissuto in una forzata schiavitù concettuale e fisica!


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